Alcuni dei progetti ai quali collaboro
Un mese fa, il 4 dicembre, ha compiuto 60 anni uno dei decreti più importanti del Concilio Vaticano II, l’Inter Mirifica, dedicato agli strumenti di comunicazione sociale.
L’Inter Mirifica, ovvero “tra le meravigliose (invenzioni tecniche)”, annuncia la «particolare sollecitudine» che la Chiesa ha per le tecnologie «che più direttamente riguardano le facoltà spirituali dell’uomo e che hanno offerto nuove possibilità di comunicare, con massima facilità, ogni sorta di notizia, idee, insegnamenti». Più dello Sputnik o dei razzi Apollo, più delle tecnologie domestiche – dal frigorifero alla lavatrice – che negli anni sessanta stavano rivoluzionando la quotidianità delle famiglie, i padri conciliari avevano intuito come «la stampa, il cinema, la radio, la televisione e simili» potessero sia offrire «al genere umano grandi vantaggi, perché contribuiscono efficacemente a sollevare e ad arricchire lo spirito», sia poter essere adoperati «contro i disegni del Creatore e volgerli a propria rovina». I 60 anni che sono passati hanno di fatto stravolto lo scenario mediatico descritto dal documento. Paolo VI e i vescovi dell’epoca non potevano forse nemmeno prefigurarsi le radio libere, la tv commerciale, la digitalizzazione, Internet, i social media, le intelligenze artificiali, gli algoritmi, i richiami delle realtà virtuali. Eppure, l’approccio che il decreto ci offre di fronte a queste meraviglie – in latino Mirifica – non è invecchiato di una virgola. È un approccio sempre integrato, mai apocalittico, che guarda alle novità con interesse, invita alla formazione, all’uso consapevole, all’impiego di questi strumenti – oggi diremmo a popolare questi ambienti – con l’annuncio di Cristo, che non cambia. Questa rubrica, “Mirifica”, offrirà uno sguardo, settimana dopo settimana, a queste «tecniche meravigliose» con l’ottimistica pretesa di poterle dominare a servizio del bene.
Pronto: mondo? – Rubrica radiofonica 2015-2016
“Pronto: mondo?” è il titolo della rubrica di BluRadioVeneto, curata da Andrea Canton, in onda ogni venerdì, a partire da domani, alle ore 17.05 e in replica la domenica mattina alle ore 9.30, in cui si racconterà la missione per bocca degli stessi missionari, attraverso singole storie, motivazioni, progetti e piccoli semi di speranza piantati nei terreni del mondo. La trasmissione si può ascoltare direttamente dalle frequenze di BluRadioVeneto (FM 88.70) e il sabato mattina in podcast sul sito di BluRadioVeneto, sul sito e sulla pagina Facebook dell’Ufficio di pastorale della missione della diocesi di Padova. Spiega il responsabile dell’Ufficio, don Gaetano Borgo: “Sentivamo l’esigenza di ridurre le distanze che ci separano dai nostri missionari”. Ogni settimana il telefono di “Pronto: mondo?” squillerà in un paese diverso dei cinque continenti. A rispondere sarà uno degli oltre 700 missionari padovani. Unica eccezione, fuori scaletta “padovana”, la puntata di partenza dal titolo “Missionari oggi”, che vedrà ospite padre Giulio Albanese, missionario comboniano, giornalista e fondatore dell’agenzia Misna, con una lunga esperienza in Africa, con il quale, spiega il conduttore Andrea Canton, “si cercherà di comporre un ritratto dei missionari italiani, per far emergere, almeno in parte, una porzione di questa grande ‘economia sommersa del bene’.” “
Copertura della GMG di Lisbona, 1-6 agosto 2023
Questa foto, scattata con il mio solito smagliante sorriso, sintetizza la mia copertura della Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, nella capitale portoghese dal 1° al 6 agosto 2023.
Inviato per la Difesa del Popolo, per l’Associazione WebCattolici Italiani e per le Settimane Sociali, ho raccontato l’evento in diretta e ho raccolto materiali utili per raccontare la connessione dei più giovani con le nuove tecnologie e la loro visione sui temi della partec
Da leggere sulla Difesa del Popolo:
- La carica degli oltre 1200 padovani in pullman, aereo o bicicletta: iniziato il grande viaggio della Gmg di Lisbona
- Gmg2023. Quando i disagi fanno da catechesi: Parola di Dio ed Eucarestia tra gli incontri dei giovani padovani
Il bene di tutti: parliamone (2012-2013)
Programma radiofonico in onda su BluRadio Veneto tra il gennaio 2012 e il luglio 2013
Dalla Difesa del Popolo dell’8 gennaio 2012:
I temi della quotidianità alla luce della dottrina sociale
Martedì 10 gennaio parte un programma in collaborazione con la pastorale sociale
Il bene di tutti: parliamone! è il titolo della nuova rubrica radiofonica, a cura dell’ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi, che va in onda tutti i martedì, alle ore 18.25 circa, sulle frequenze di BluRadio Veneto (88.70 e 94.60), a partire dal 10 gennaio. La breve striscia settimanale affronterà di volta in volta i temi più cari ai quotidiani e ai telegiornali, come politica, economia, società e lavoro, analizzati però alla luce degli insegnamenti della dottrina sociale della chiesa.
«Ad introdurre in ogni puntata questi argomenti – spiega Andrea Canton, giovane conduttore della trasmissione – saranno alcuni brani tratti dalle encicliche sociali, che, da Leone XIII in poi, hanno affrontato problemi molto concreti della vita civile. È strabiliante la lucidità di analisi e a volte addirittura la preveggenza che i pontefici hanno dimostrato negli anni analizzando le questioni del sociale. Penso ad esempio al lavoro e allo sviluppo sostenibile».
I passi del magistero saranno interpretati e discussi, nel corso della trasmissione, da ospiti in collegamento telefonico. «Nelle prime tre puntate saremo in compagnia di don Marco Cagol – aggiunge il conduttore – delegato vescovile alla pastorale sociale e del lavoro, che spiegherà cos’è la dottrina sociale della chiesa e cosa può e vuole offrire all’uomo del 2012. Poi, settimana dopo settimana, allargheremo il nostro orizzonte, parlando di pace, lavoro, economia e politica con esperti di primordine del nostro territorio». E promette:
«Seppur nella brevità cercheremo di arrivare al nocciolo della questione».
La quarta puntata, in programma il 31 gennaio, chiuderà il mese che la chiesa dedica alla pace: «Sarà con noi – conclude Canton – Alessandra Coin, responsabile della Comunità di Sant’Egidio di Padova, con cui parleremo dei numerosi conflitti ancora in corso nel mondo e cosa l’Occidente, e in particolare i cristiani, possono fare per riaffermare il valore della pace».
Oltre alla diretta, la trasmissione “Il bene di tutti: parliamone!” sarà disponibile sul sito di BluRadio Veneto e su quello della pastorale sociale e del lavoro della diocesi. Per contattare la redazione si può mandare una mail all’indirizzo redazione@bluradioveneto.it
I Tutorial WeCa: dal 2016 per accompagnare la Chiesa nel digitale
- Chi Associazione WebCattolici Italiani
- Quando 2016-
Di cosa si tratta
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- Oltre 200 video pubblicati fin dal 2016 su Youtube, social, circuito TV Corallo
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- Un libro, curato da Fabio Bolzetta con prefazione di papa Francesco
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- Un podcast in formato audio
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- Video in formato reel
Obiettivi
I tutorial WeCa sono pensati per:
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- Aiutare operatori pastorali e cristiani a conoscere e popolare la Rete
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- Presentare gli strumenti digitali da impiegare
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- Affrontare da un punto di vista cristiano le tematiche della Rete
La squadra
I tutorial di WeCa sono realizzati dall’Associazione WebCattolici Italiani (WECA) in collaborazione con l’Ufficio nazionale per le Comunicazioni Sociali della CEI e il CREMIT dell’Università Cattolica di Milano
Sul sito dell’Associazione WebCattolici Italiani www.weca.it è possibile seguire l’evoluzione dei Tutorial WeCa fin dal lontano 2016, uno straordinario lavoro di squadra che deve moltissimo alla lungimiranza di Giovanni Silvestri, all’epoca presidente WeCa e all’entusiasmo e la passione di Fabio Bolzetta, primo volto dei Tutorial e oggi presidente WeCa.
Pensati come strumento di aiuto concreto alle parrocchie e agli operatori pastorali come semplici risposte alle domande più comuni tra le quali “Come posso far trovare la mia parrocchia su Google? Come creo la pagina Facebook? Come posso indicare l’orario delle messe?”, i Tutorial WeCa si sono via via trasformati in un appuntamento settimanale per affrontare le tematiche dell’incontro tra Chiesa e digitale.
I Tutorial cercano di proporre risposte concrete a domande altrettanto dirette sui rapporti tra la fede, la vita parrocchiale, religiosa e associativa e il digitale. La Rete, infatti, è sia strumento concreto per la pastorale, l’evangelizzazione, l’educazione e la comunicazione con i fedeli ma è anche un nuovo ambiente che tutti ci troviamo ad abitare con le sue regole, le sue abitudini, i suoi linguaggi. L’esperienza delle prime stagioni dei Tutorial è stata “condensata” in una guida pratica alla Rete dal titolo “La Chiesa nel digitale. Strumenti e proposte”, pubblicata nel giugno scorso a cura di Fabio Bolzetta, edita da Tau Editrice e introdotta dalla prefazione di papa Francesco.
Dopo le sinergie con l’Ufficio liturgico della Conferenza Episcopale Italiana, la Diocesi di Roma, la Fidae e la Pontificia Academia Mariana Internationalis, prosegue la collaborazione con il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano integrale su attualità e Magistero sociale.
I tutorial di WeCa sono realizzati dall’Associazione WebCattolici Italiani (WECA) in collaborazione con l’Ufficio nazionale per le Comunicazioni Sociali della CEI e il CREMIT dell’Università Cattolica di Milano. Tutti i video prodotti sono pubblicati sul sito www.weca.it, sui canali social di WECA e vanno in onda sulle TV del circuito Corallo. I tutorial sono disponibili anche in formato podcast sulla piattaforma audio ‘Spotify’ e possono essere ascoltati anche, attraverso comando vocale, sui dispositivi compatibili con ‘Amazon Alexa’ grazie alla skill ‘WebCattolici’.
Cosa posso fare per te e per la tua realtà
Ufficio stampa e Public Relations
Trasformo la storia di istituzioni, aziende e associazioni in contenuto: testi, articoli e comunicati. Curo i rapporti con la stampa
Strategia di comunicazione
Analogica o digitale, interna o esterna, ogni comunicazione ha bisogno di una strategia che ne definisca gli obiettivi
Contenuti multimediali
Non limitarti a raccontare quando puoi anche mostrare. Realizzo podcast audio, interviste, gestione di canali Youtube, realizzazione reel e shorts.
Gestione eventi
Congressi, convegni, eventi aziendali, istituzionali, ecclesiali e associativi: curo la comunicazione dalla progettazione fino al racconto degli esiti dei momenti più importanti
Formazione
Il mio approccio alla comunicazione? Coinvolgere il più possibile le competenze, le storie e i volti di chi fa parte della tua realtà. Per questo è decisiva la formazione alla comunicazione e il team-building
Social media
All'interno di una strategia di comunicazione ragionata non possono mancare i social media. Dai canali social più tradizionali alle novità del momento curo il tuo sbarco sui social, dalla pianificazione alla creazione del contenuto
Esperienze professionali
Campo sanitario
SIMFER - Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa
(2016 - oggi)In team, curo la comunicazione, l’ufficio stampa e la presenza social della Simfer, Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa, prendendo parte anche agli eventi principali e ai congressi. Curo per conto di Simfer una rassegna di webinar, talk show in diretta web sui temi della salute.
ISPRM - International Society of Physical and Rehabilitation Medicine
(2021 - oggi)Mi occupo della comunicazione social dell’ISPRM, società mondiale di medicina fisica e riabilitativa, nonché della formazione dei partecipanti alla commissione editoriale. Nel luglio 2022 ho partecipato al congresso mondiale di Lisbona e nel giugno 2023 al congresso mondiale di Cartagena, in Colombia, per interviste.
SIRN - Società Italiana di riabilitazione neurologica
(2021 - oggi)Mi occupo della comunicazione social e dell’ufficio stampa della Sirn, società italiana di riabilitazione neurologica, prendendo parte ai congressi.
ANMA - Associazione Nazionale Medici d'Azienda e Competenti
(2017 - oggi)Dall’aprile 2017 curo la comunicazione social e le uscite a mezzo stampa di Anma, Società dei Medici d’Azienda e Competenti. Ho curato e promosso i congressi annuali nonché una serie di webinar.
AIOP - Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica
(2020-2022)Dal gennaio 2020 al dicembre 2022 ho curato la comunicazione social e le uscite a mezzo stampa di Aiop, Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica. In virtù dell’emergenza Coronavirus si è intensificata l’attività social, con webinar e congressi. Dal gennaio 2023 la collaborazione è limitata ai soli eventi.
Campo ecclesiale
WECA - Associazione WebCattolici Italiani
2011 - oggiCollaboro fin dal 2011 con l'Associazione WebCattolici, Ufficio comunicazioni sociali e servizio informatico CEI. Attualmente mi occupo della produzione di materiali per il web, conduzione di webinar, attività sui social media, scrittura, montaggio, produzione e promozione dei #tutorialweca, raccolti nel giugno 2022 nel volume “Chiesa e digitale” a cura di Fabio Bolzetta, con prefazione di papa Francesco. Curo anche un podcast, “In ascolto”. Per conto dell'associazione ho tenuto numerosi incontri di formazione per esperti in tutta Italia. Attraverso WeCa ho fornito supporto di comunicazione ad uffici della Conferenza Episcopale Italiana, come l’Ufficio Ecumenismo e l’Ufficio di Pastorale Sociale.
Settimane Sociali dei Cattolici in Italia
2017 - oggiNel 2017 mi sono occupato della gestione social della Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, a Cagliari a fine ottobre 2017. L’esperienza è proseguita con momenti di formazione e cura della comunicazione agli eventi nazionali. Ho seguito le Settimane Sociali curando interamente i social e la produzione di video per l’edizione di Taranto del 2021 e lavoro per la preparazione dell’edizione di Trieste nel 2024.
Ufficio Nazionale di Pastorale Sociale e del Lavoro
2016 - oggiCollaboro con l’Ufficio Nazionale di Pastorale Sociale e del Lavoro per progetti di formazione e di presenza sul web, prendendo parte ai convegni e ad incontri.
Basilica del Santo di Padova
2020 - oggiHo seguito i social, la comunicazione e la produzione di video, destinati anche alle televisioni, per il progetto Antonio2020, in occasione degli 800 anni dello sbarco di sant’Antonio di Padova in Italia. L’esperienza prosegue attraverso il progetto Antonio800, che celebra gli anniversari antoniani.
Meeting per l’Amicizia tra i Popoli di Rimini
2019 - oggiDal maggio 2019 collaboro con il Meeting per l’Amicizia tra i Popoli di Rimini. Ho supportato l’attività dell’ufficio stampa, i social media, il ricorso a strumenti di inserzioni a pagamento sui social. Ho lavorato nell’ufficio stampa in loco a Rimini durante le edizioni 2019, 2020, 2021 e 2022, 2023.
Ufficio di Pastorale delle Vocazioni della Diocesi di Padova
2015 - oggi Progetto e curo le azioni sui social e sul web della Pastorale Vocazionale. È stata creata una pagina “Chiamalavita” attraverso cui si riflette sul discernimento e sulla storia personale di laici, religiosi, sacerdoti e famiglie.
Diocesi di Padova
2009 - oggiNumerose collaborazioni dopo lo stage nel 2009: ho lavorato ai progetti "Un Attimo di Pace" in Avvento e Quaresima, ho condotto due trasmissioni radiofoniche "Il bene di tutti: parliamone?" per la Pastorale Sociale e "Pronto, mondo?" per le Missioni. Altre collaborazioni hanno riguardato il restyling del sito web nel 2016, eventi e appuntamenti.
Caritas Padova
2020 - 2023Per l’emergenza Covid-19 ho curato per i social media di Caritas Padova la campagna #lacaritànonsiferma. Ho continuato la collaborazione con i social media di Caritas Padova in modo strutturale, creando anche dirette ed appuntamenti a distanza.
Festival Biblico
2012-2017 Dal 2012 al 2017 ho collaborato con il Centro Culturale San Paolo per il Festival Biblico. Ho prodotto interviste e piccoli servizi non solo per il sito di Famiglia Cristiana, ma anche, e in modo completamente autonomo, sul sito ufficiale del Festival. La mia collaborazione si è sviluppata negli anni con differenti uffici stampa e responsabili comunicazione.
Fondazione Lanza
2013 Per il II Forum Nazionale di Etica Applicata, tenutosi a Padova nel marzo 2013, ho curato per conto della Fondazione Lanza il profilo Twitter legato all’evento, condividendo i contenuti proposti dal Forum.
Ho scritto su...
Difesa del Popolo
2006 -Per il settimanale diocesano scrivo di temi ecclesiali all’interno della Diocesi di Padova, in particolare quelli relativi ai temi Caritas. Nel novembre del 2007 ho anche sostenuto un periodo di stage nella redazione del settimanale. A partire dal 2012 ho intensificato la mia collaborazione. Dal novembre 2017 curo ogni giorno il sito www.difesapopolo.it come redattore web. Mi occupo di articoli, comunicati stampa, programmazione editoriale e social media. Nei mesi dell’emergenza Coronavirus, in qualità di redattore web della Difesa del Popolo, ho collaborato con l’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Padova per le messe in streaming, i video con il commento al Vangelo del giorno e altre iniziative.
Il Mattino di Padova
2010-2019Da giornalista freelance, ho seguito gli eventi relativi al Comune di Ponte San Nicolò fin dai giorni dell'alluvione.
Messaggero di Sant’Antonio
2013 - 2014Ho scritto alcuni servizi per il mensile che dalla Basilica del Santo raggiunge tutto il mondo. I miei pezzi sono stati pubblicati nel numero di ottobre 2013 e di marzo 2014.
Portavoce di San Leopoldo
2013-2014Ho realizzato le pagine speciali dedicate al Vicariato di Legnaro del numero di Maggio 2013 della rivista dei frati cappuccini, raccontando la realtà delle dodici parrocchie e della relativa società civile. La collaborazione è continuata nel 2014 con lo speciale sul Vicariato di Limena.
La Piazza
2016-2018Cronaca locale del territorio padovano per il mensile free-press
Comunicazione
Consorzio di Cooperative Edilizie Cerv
2014 - oggiDal mese di aprile 2014 curo per il Cerv, consorzio di Cooperative Edilizie, la newsletter, il sito Internet, i profili sui social network e l’attività di ufficio stampa.
Emaf srl
2015 -Supporto un’impresa privata nella sua presenza commerciale sul web, offrendo la mia consulenza su testi e social media managing
Ids&Unitelm
2014 - 2016Per conto dell’azienda informatica operante nelle attività ecclesiali mi sono occupato di progetti e ottimizzazione
Fondazione Dieta Mediterranea
2021-2022Ho curato i social e il sito web, con contenuti testuali, notizie e video della Fondazione Dieta Mediterranea.
KNE srl
2020Ho curato la comunicazione del progetto europeo Shippment per conto della CCIAA Venezia-Rovigo
Filmandart Studio/Comune di Padova
2011-2013 Ho seguito il sito padovameeteen.it fin dalla sua costruzione, gestendo e curando anche i profili sui social network. I rapporti con Filmart Studio sono continuati negli anni con iniziative di promozione ad hoc. Nel 2016 ho realizzato comunicati stampa su “50 X Rio”, film-documentario su Alex Zanardi.
Istruzione
Laurea magistrale in Strategie di Comunicazione
2008-2010 Università degli studi di Padova Tesi di laurea discussa con la Prof.ssa Maristella Agosti intitolata “Analisi critica dell’evoluzione di Internet e studio di un caso: Diocesi di Padova”. Dal lavoro è emerso come i cambiamenti dello strumento Internet abbiano modificato le esigenze e le possibilità di comunicare per la Diocesi di Padova.
Laurea in Scienze della Comunicazione
2004-2007 Università degli studi di Padova Tesi di laurea discussa con il Prof Bruno Voglino intitolata “World Family of Radio Maria. Da radio Parrocchiale a Network internazionale”, che ha approfondito le dinamiche con le quali Radio Maria si è diffusa e si è sviluppata nel mondo
Maturità Classica
1999-2004 Liceo Classico Statale Tito LivioDiploma di maturità classica
Scuola di Formazione all’Impegno Sociale e Politico della Diocesi di Padova
2013-2015
Il mio blog
Rimini Fiera vs Rimini Lido
Rimini Fiera vs Rimini Lido
Tra un’oretta – con l’incontro sulla Fratelli Tutti con il card. Zuppi – inizierà ufficialmente il mio Meeting Rimini. Come al solito tweet, comunicati, agenzie e appuntamenti vari.
Ieri sera – mentre ero in fila per un cascione sotto l’albergo – mi sono accorto che in realtà sono testimone di due Meeting diversi. C’è quello che va dalle otto della mattina in ufficio stampa alle otto di sera, con il gotha della politica, della spiritualità, della tecnologia e dell’impresa italiana. Idee buone, per una volta pacate, incarnate da persone che lontano dai social, dalle pagine dei giornali o dai talk show urlanti sembrano avere gambe per camminare. Ci sono i volontari, ci sono i libri (ottimi libri, che compro a bancali e dei quali riesco a leggere se va bene il 35%), c’è l’impegno sociale.
Poi c’è la sera. Il ritorno in alberghi turistici sul lido occupati da un infiltrato (lavorante) in camicia e completo. Il tentativo di trovare qualcosa da mangiare immerso in una massa di turismo popolare che è il lido di Rimini. Famiglie, signore tanto abbronzate quanto attempate, truzzame riunito dal meridione e dal settentrione, che dopo un anno di lavoro spaccaschiena vitelloneggia nel pieno del suo diritto. Sento, dato che la sera sono lì solo come un cane, i loro discorsi, quasi sempre ben lontani dai temi del Meeting. Sento parlare del lavoro che dovrà ricominciare, della salute, del calcio.
Ecco, prima di iniziare a twittare, ad agenziare, a comunicatare (sic.), penso che sarebbe bello riuscire a unire il popolo della fiera di Rimini con il popolo della spiaggia di Rimini. Capire che temi quali la partecipazione, il futuro, la speranza, l’amicizia, la salute non solo sono importanti pure per quelli della spiaggia, ma che hanno bisogno di loro perché nella civiltà democratica di massa servirebbero davvero tutti, con la loro presenza e impegno. Non solo con deleghe plebiscitarie al capopopolo di turno né, peggio ancora, con il disimpegno, il menefreghismo, l’astensione per stanchezza.
Poi penso – dopo aver invidiato la capacità di chi sa fermarsi e andare in vacanza, dire “per due settimane non faccio niente e vado in spiaggia/montagna/varie ed eventuali” – che in questi giorni ho rivisto qualche vecchio documentario di Piero Angela. Ecco, ci vorrebbero schiere di Piero Angela capaci di spiegare la complessità a tutti, per invitarli a partecipare e a sentirsi coinvolti.
La conversione di un cowboy in Red Dead Redemption 2. I videogiochi vanno presi sul serio
La scena è quella che potremmo definire una “scena madre”, crocevia dell’intero racconto. È questo il punto a cui lo spettatore è stato pazientemente condotto. È qui che tutto cambierà, che la storia prenderà la sua giusta tangente e acquisterà il suo senso.
Ci troviamo, dopo l’ennesima avventura, in una stazione ferroviaria isolata nel bel mezzo della prateria. Il protagonista non è più il baldanzoso cowboy che avevamo conosciuto all’inizio, ma un bandito stanco e malato, costretto da una tubercolosi terminale a fare i conti con la sua mortalità. Il capobanda, Dutch, verso il quale aveva riposto tutta la sua fiducia, è ormai fuori controllo. L’unica preoccupazione che è rimasta a quest’uomo morente è mettere in salvo le persone a cui tiene.
Vicino al cowboy siede una suora, una religiosa in partenza per la missione in Messico, incontrata lì per caso. Si conoscono: in passato il bandito aveva dato una mano alla suora per il suo orfanotrofio. Lei lo guarda, e vede in lui tutto il bene che il vecchio cowboy non era mai stato in grado di vedere in sé stesso.
“Io non credo in niente”, confessa Arthur. “Anch’io il più delle volte”, risponde la suora, “ma poi vedo persone come lei e tutto ritrova il suo senso”. “Ho paura”. “Non c’è nulla di cui avere paura. Scommetti sul fatto che l’amore esista davvero e compi un atto d’amore“. E il cowboy va incontro alla sua redenzione.
No, non è una scena di un film di Sergio Leone, accompagnata da una colonna sonora di Morricone. Non è nemmeno un romanzo, né uno di quei serial TV che vanno tanto di moda negli ultimi anni.
La scena appena descritta è una sequenza di gioco di “Red Dead Redemption 2”, videogioco uscito per Playstation 4 e Xbox One lo scorso 26 ottobre. Ambientato nel 1899, questo gioco supera per investimenti e soprattutto per incassi i più grandi kolossal di Hollywood, con 725 milioni di dollari guadagnati nei primi tre giorni di vendita.
“Red Dead Redemption 2” è un videogioco “open world”. Il giocatore può fare virtualmente tutto ciò che vuole, spostarsi a cavallo in un’area sconfinata di decine di chilometri quadrati per andare a caccia, affrontare bande rivali, entrare in un saloon per giocare a poker o scazzottarsi con gli avventori ubriachi. È un’esperienza “immersiva” ai limiti del fotorealismo che si prende molto sul serio.
Il gioco è stato prodotto da “Rockstar Games”, la stessa software house responsabile di titoli come GTA, criticati per la violenza e per la possibilità di compiere un’innumerevole serie di reati. Si tratta di titoli rigorosamente vietati ai minori di 18 anni, pensati per un pubblico adulto, esattamente come serie TV come Breaking Bad o film come Pulp Fiction di Tarantino.
Come il blogger di Famiglia Cristiana Giuseppe Romano invitava a fare cinque anni fa in occasione del lancio di GTA 5, «se a un adulto non piace […] addossarsi il ruolo del delinquente per gioco, libero di non comprare GTA e di sconsigliarlo. Ma non di sottovalutarlo».
Il rischio più grosso di fronte al variegato mondo dei videogiochi è proprio la sottovalutazione da parte di chi non se ne intende, oppure, peggio ancora, guarda al fenomeno come un mero passatempo per ragazzini, uno sterile killer di neuroni. La TV fa meno paura: molti genitori permettono ai figli di poltrire per ore di fronte alla TV, ma appena sentono il “beep” di una Playstation che si accende scatta il panico.
Ma i videogiochi, fenomeno di massa ormai da quarant’anni con i primi Atari domestici, sono quanto di più serio ci possa essere, sia per numeri che per qualità di alcuni prodotti.
Chiariamoci: ci sono videogiochi orribili, ci sono videogiochi assolutamente non adatti per i bambini, ci sono videogiochi – anche quelli apparentemente innocenti pensati per le massaie con il telefonino – che sfruttano meccanismi compulsivi e sviluppano dipendenza. Eppure, nello scenario attuale, vi sono titoli straordinari, poetici, educativi anche quando non didattici.
Educatori, insegnanti, genitori non possono più ignorare l’esistenza di questo mondo, ma devono quanto prima impararne le logiche che lo governano, devono capire quali sono i titoli adatti ai ragazzi e quali no, devono comprendere, quando non possono condividere, i motivi che rendono alcuni titoli attrattivi rispetto agli altri. I rischi della rimozione sono molteplici, dal lasciare che il ragazzo si addentri in mondi che non gli competono all’abuso, fino alla colpevolizzazione aprioristica da parte dei genitori verso ciò che non si comprende.
I videogiochi non sono – e forse non sono mai stati – un fenomeno marginale. Sono un media a sé, con alti e bassi, specificità e pericoli, opportunità e linguaggi propri come cinema e televisione. Le comunità cristiane fin dagli albori del grande e del piccolo schermo hanno fatto sentire la loro presenza per guidare, suggerire ed eventualmente mettere in guardia. Questo sforzo non può venire meno adesso.
Tornando a “Red Read Redemption 2”, nessuno potrà negare che sia un’opera magistrale, anche se non adatta ai minori esattamente come un crudo spaghetti western degli anni ‘70. In questo gioco potremmo fare di tutto: sparare, uccidere, derubare. Potremmo, perché la storia di Arthur, il suo personale cammino di conversione, ci porterà a scegliere scientemente di non farlo, anzi, pure in questo mondo virtuale sentiremo la responsabilità di fare sempre la cosa giusta, anche quando ci costerà fatica, impegno e denaro (virtuale).
In altri videogiochi si accumula denaro e si diventa più forti. In “Red Dead Redemption 2” si diventa più deboli e si dà via la ricchezza acquisita per riparare il maltolto e cercare la redenzione. È qui che sta la cifra del capolavoro.
Andrea Canton
Autonomisti ed Europeisti devono allearsi. (In Fretta)
Perché autonomisti ed europeisti devono allearsi. E in fretta.
Per alcuni un azzardo, per altri una bestemmia. Da una parte ci sono i “barbari sognanti” che negli anni ’90 sognavano un Nord libero da Roma. Ci sono i promotori dei referendum (e delle trattative) per una maggiore autonomia delle Regioni. C’è chi vorrebbe – non solo per slogan – “essere padrone a casa sua”. Dall’altra parte c’è chi, fin dalle macerie delle guerre mondiali, sogna un’Europa spazio comune per merci, capitali, imprese ma soprattutto persone. C’è la generazione degli Erasmus che l’Europa unita non la sogna ma già la vive spostandosi da una capitale all’altra. C’è chi, con la sua botteghina e la sua fabbrichetta all’ombra delle Alpi, lavora a stretto contatto con francesi, sloveni, austriaci e tedeschi come se fosse la cosa più naturale del mondo, perché in questi decenni lo è diventata.
Autonomisti ed europeisti. Istanze molto diverse in apparenza, ma un unico grande e pericoloso nemico: il sovranismo nazionalista, desideroso di bruciare ogni identità e ogni appartenenza sulla pira innalzata all’idolo dello Stato centrale.
Abbiamo già sperimentato quanto siano forti gli appetiti di questo centralismo assoluto. All’epoca del Risorgimento, le volontà di popoli assai diversi di potersi autodeterminare in una confederazione di Stati liberi, sul modello svizzero proposto da Gioberti, venne piegata dalla smania accentratrice di Casa Savoia, che da una parte ha ritardato di un secolo lo sviluppo del Nordest, dall’altra ha creato quella questione meridionale che da allora non ha mai smesso di aggravarsi. I generali macellai della prima guerra mondiale prima e il fascismo hanno poi chiesto a milioni di italiani di sacrificare la vita sull’altare di uno Stato nato pochi decenni prima. Anche in epoca Repubblicana le istanze romane hanno sempre avuto la meglio sui bisogni dei territori, dal rifiuto di dare più poteri a Comuni e Province in sede di Assemblea Costituente fino alla sciagurata scelta di Tremonti di far rispettare il Patto di Stabilità Europeo non facendo dimagrire i ministeri e tagliando gli sprechi, ma castrando gli enti locali impedendo di spendere quelle poche decine di migliaia di euro in marciapiedi e asfaltature.
Lo Stato centrale agisce come il leviatano descritto da Thomas Hobbes: nessuna realtà è sopra di lui, nessun potere può superarlo. Ma in questo mondo sempre più complesso e sempre più piccolo, circondato da immense potenze, l’Europa negli ultimi decenni ha iniziato a fare squadra, generando, innegabilmente, prosperità economica, benessere e pace. E ogni accordo, anche il più piccolo, viene sempre descritto come “cessione di sovranità”. Proprio qui si può vedere il primo assurdo: non sono i popoli che cedono la sovranità, ma gli Stati, gli unici titolari di ogni potere.
Autonomisti ed europeisti contestano allo stesso modo lo strapotere dello Stato centrale: i primi desiderosi di salvaguardare le identità locali, sia dal punto di vista culturale e linguistico che da quello politico, i secondi, invece, per lavorare ancora di più alla costruzione di una “casa comune europea”, spazio politico, unico al mondo, graziato da un capitalismo che con i contrappesi del welfare garantisce benessere alla più vasta platea di cittadini della storia.
È tempo di rileggere quel principio di autodeterminazione dei popoli sancito dal diritto internazionale in un modo completamente diverso rispetto al passato. Lo scrivente si sente veneto, si sente italiano, si sente europeo, perché fa effettivamente parte del popolo veneto, del popolo italiano e del popolo europeo. Sarebbe una follia sacrificare – o anche solo sminuire – alcune di queste identità contro un’altra, come vorrebbero fare i sovranisti.
Un legislatore ispirato riscriverebbe l’attuale governance attraverso il principio di sussidiarietà a tutti i livelli. Tradotto: ogni istanza dovrebbe venire affrontata il più vicino possibile ai cittadini e dovrebbe diventare di competenza di un ente superiore solo quando questa potrebbe venir risolta al meglio. È assurdo rivolgersi a Roma per asfaltare una strada, quando può farlo il sindaco. Per lo stesso principio di sussidiarietà, è assurdo in Europa avere 27 eserciti nazionali diversi per difenderci dalle stesse minacce, è assurdo non avere un unico database dei sospettati di terrorismo o di traffici umani, è assurdo non avere un’unica politica migratoria comune ed è assurdo marciare sparsi per i grandi temi di politica estera.
Il Trattato di Lisbona, firmato nel 2007, propone anche nuove soluzioni ai bisogni di oggi. Pochi ne hanno sentito parlare, ma il 18 ottobre 2013, a Grenoble, sette nazioni e 48 regioni diverse hanno fondato la “Macroregione Alpina Eusalp”, spazio economico che concentra, da Monaco a Milano, da Lione a Vienna, tra le città e le regioni più ricche e produttive del mondo, Svizzera e Liechtenstein compresi. Un imprenditore e un lavoratore lombardo sono più connessi con il Ticino che con Palermo, la PMI di Treviso ha più clienti in Carinzia che a Napoli. E allora perché ciò che succede in Sicilia o in Campania dovrebbe avere un maggiore impatto sulle sue tasche?
I sovranisti, invece, con le loro politiche, non faranno che rendere le Regioni del Nord più lontane dall’Europa e più vicine al Sud, non per risollevarlo – anzi, a narcotizzarlo definitivamente ci penserà il reddito di cittadinanza – ma per assumerne, forse, le sembianze. Per spaventarsi basta leggere le analisi dei cosiddetti “no-euro”, per i quali per produrre ricchezza non bisogna tornare ad investire sul lavoro, sulla competitività, sulla crescita, ma semplicemente stampare moneta e ricorrere all’inflazione, odiosa tassa occulta che penalizza proprio chi lavora e chi risparmia. Gli ideologi del “no-euro” di scuola toscana sembrano ignorare che ogni cesura con l’Unione Europea getterebbe sul lastrico primo tra tutti quel Nord produttivo e risparmiatore: criticare l’Europa va bene, cercare di distruggerla e venirne travolti (vedasi il caso Brexit) in nome di un tricolore fino a cinque anni prima calpestato è pura follia, o, peggio ancora, totale disonestà politica.
Se il governo gialloverde continuerà con le sue politiche di assistenzialismo e di centralismo in pochi anni la questione settentrionale tornerà di strettissima attualità, possibilmente in modo ancora più drammatico rispetto al passato.
È urgente, dunque, un dialogo aperto e franco tra autonomisti ed europeisti al di là di ogni steccato ideologico, per farsi trovare pronti alle sfide che presto verranno:
- La sfida di una vera autonomia, anche fiscale, delle Regioni, aperte sì alla solidarietà verso chi è rimasto indietro ma allo stesso tempo pronte ad applicare quel principio di responsabilità quasi mai applicato in Italia;
- La sfida di una vera Europa politica, in cui il Parlamento Europeo, espressione diretta, con il voto, della volontà dei popoli europei abbia un ruolo preponderante rispetto al Consiglio Europeo, espressione dei governi degli Stati centrali;
- La sfida della modernità nelle sue mille facce, dalle infrastrutture come la Tav alla ricerca scientifica e tecnologica, perché le nostre imprese possano competere ai massimi livelli.